

Scrivo perché ho una pessima memoria
Tutto ebbe inizio con un suono che modellò l'universo, una parola, un desiderio voluto e subito espresso. Fuori dal tempo il nulla si trasformò in realtà, un istante, un respiro, uno schiocco di dita. La parola qualifica e distingue, il linguaggio rende l'uomo altro, superiore al resto della creazione. Noi, esseri senzienti e consapevoli, capaci di pensiero, capaci di parola. "Exprimere" è un verbo latino che indica la specifica azione di spremere, tirare fuori, come si estrae il succo da un limone. Esprimersi è conseguenza di un'azione precisa e di uno sforzo, qualcosa che porta fuori ciò che hai dentro. Come il minatore o il cercatore di tesori, scava, scende in profondità e quando trova l'oro deve armarsi di pazienza e coraggio per riportarlo in superficie. Le parole fanno la differenza, legano e sciolgono, separano e uniscono. Parole di circostanza, leziosi pleonasmi che nemmeno ascoltiamo. Parole di fuoco o di gelo, macigni che scuotono le coscienze. Parole gettate al vento, dense, oppure trattenute, ingoiate, non dette. Parole di politici e parole di poeti.
Nati e destati da una parola che ci differenzia per il resto della vita. Venuti al mondo e già benedetti, il suono ha penetrato le nostre ossa e da quel momento in poi siamo diventati donne e uomini, discendenza infinita come le stelle in cielo. Difficile stare al cospetto della verità, serve pazienza e impegno, un maestro, orecchie aperte e una bocca desiderosa di ripetere. La parola si impara con l'esperienza, la parola si impara parlando. Misteriosa chiave che spalanca i nostri occhi, suono da calare in un contesto, sillabe brevi e significati che ricoprono la stessa parola. Ogni vocabolo nasce neutro e si chiarifica in base a ciò che attraversa. Ecco che la parola "terra" risuona tra le labbra di un geometra o di un marinaio, ma per ognuno veste un significato diverso, eppure si tratta dello stesso suono, della stessa terra.
Siamo noi che definiamo il mondo attraverso la parola, perciò è importante esprimersi, tirare fuori il succo e condensare in un suono l'essenza di ogni cosa. Ogni parola porta con sé una serie di vocaboli inanellati come un rosario. Cielo, angelo, ali, aviatore, mongolfiera, aria, falco, preda, cacciatore, fucile, morte. Quante associazioni, quante parole come musica raggruppata in desideri e memorie. Cominci da un vocabolo e in breve ti ritrovi lontano, smarrito in un viaggio senza ritorno, un percorso di sorpresa, di lessico e idee. Tutto diventa possibile esprimendolo, le vite oscillano come frutti al ramo quando troviamo una parola capace di abbracciare quella di un altro. Sincrone e meravigliose, parlano, suonano, diventano dialoghi e racconti che aspettano soltanto qualcuno che li narri e qualcuno che li ascolti.

Eppure basterebbe uno sguardo più aperto, una mano più calda. Basterebbe riconoscersi e pensare che nell'oceano della vita navighiamo tutti sulla medesima barca. E tutti meritiamo un viaggio, accumunati dalla stessa rotta. Nuvole difformi, ognuna della stessa consistenza. Marinai più o meno capaci, più o meno fortunati, in balia di venti generosi e sospinti dal moto delle stelle.